N ella speranza che si chiuda presto e bene, questa elezione del presidente della Repubblica ha già disseminato materiali di politica e aneddotica che sarà il caso di non disperdere.

Al taccuino di Aldo Cazzullo sul Corriere dobbiamo l’ordine di scuderia circolato fra i 5 Stelle per la prima chiama, l’impagabile “Scheda bianca senza nome”. Forse altrettanto notevole il tweet in ciclostile di Letta-Conte-Speranza dopo il vertice dei giorni scorsi: non hanno deciso assolutamente nulla ma hanno deciso di farlo sapere contemporaneamente e concordando anche le virgole, un caso notevole di vuoto tanto pneumatico quanto granitico. Ma di certo l’elemento più folk resta l’autocandidatura di Berlusconi. Non solo l’operazione Scoiattolo - il corteggiamento via via più disperato di parlamentari giudicati (da Sgarbi) avvicinabili e seducibili – quanto il tentativo dei suoi di levargli dalla pelle le rughe giudiziarie, la cicatrice mai sanata del conflitto di interessi, gli ispessimenti autoritari accumulati dall’editto bulgaro in poi. Proprio questa operazione Scuoiatelo oltre a un sorrisetto imbarazzato ci regala un elemento di riflessione: con l’elezione diretta del capo dello Stato questa roba sarebbe all’ordine del giorno ogni sette anni (e anziché Pertini probabilmente avremmo avuto Craxi).

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