A lcuni giorni fa stavo per dire e scrivere che in Ucraina è tempo di perseguire strategie di pace, non di guerra. Ma non l’ho detto. E nemmeno ora lo dico né lo scrivo. Meglio adeguarsi al conformismo dilagante che essere espulsi dal contesto dei politicamente corretti; meglio nascondersi nel coro che fare il solista del controcanto. Meglio elogiare Zelensky qualunque cosa dica e faccia piuttosto che criticarlo quando qualche volta esagera in parole, opere e omissioni. Meglio non dire che pur essendo santo in pectore anche lui è umano, quindi fallace. Un azzardo però voglio farlo: Zelensky non mi è simpatico. Troppo pretenzioso e indisponente. Vuole farci sentire in colpa perché non gli abbiamo ancora dato tutti i missili, i carri armati, gli aerei da combattimento che vuole. Questa guerra non è un videogioco dove vince sempre la forza e non si contempla come soluzione la pace. Putin è un mascalzone storico con una pronunciata vena criminale. Prodotto del Kgb, la sua schizofrenia è un artificio che mira a ingannare. Chi lo conosce sostiene che sia capace di tutto, anche del cupio dissolvi atomico da lui più volte minacciato. Chi ha il timido coraggio di invocarla vuole che la pace sia “giusta”. Giusta per chi? La domanda è impertinente, dal calamo è fuggita. Chiedo venia, come non detto. Né scritto.

© Riproduzione riservata