First americans
Caffè Scorretto
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Il presidente americano Joe Biden è sempre protagonista sulla scena internazionale. Non potrebbe essere altrimenti visto che guida il Paese più potente del mondo. Oddio, a causa della fuga dall’Afghanistan è stato fatto a fette e la sua popolarità è precipitata. «First americans», ha spiegato, per poi rispondere a chi gli domandava delle donne e dei bambini afghani «non è un problema nostro». Poi ha rivolto il suo sguardo alla Cina, alimentando la teoria complottista sull’origine del Sars-Cov-2. Il virus è sfuggito a un laboratorio di Whuan? La Cina risponda, ha tuonato Joe. Quindi, ha spinto sull’acceleratore del protezionismo tecnologico, sempre in ottica anti cinese. L’altro giorno l’ennesima perla. Ha mandato in crisi la Nato per stringere un’alleanza con Australia e Inghilterra sullo scacchiere del Pacifico. La Francia è andata via di testa e il presidente Macron ha nientepopodimenochè richiamato i suoi ambasciatori da Washington e Canberra, un provvedimento senza precedenti tra i Paesi della Nato. L’ultima intemerata riguarda i migranti che tentano di passare il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Biden aveva dato disposizioni per fermare gli ingressi illegali. I texani, che vanno in giro con fondina e pistola come ai tempi del Far West, hanno preso l’indicazione alla lettera e hanno cacciato i clandestini a colpi di frusta. Insomma, si scrive Biden ma si legge Trump.