Il 24 gennaio l’assemblea parlamentare si riunirà per eleggere il nuovo capo dello Stato. Che a presiederla sia un Fico fa parte delle tante stranezze di una legislatura atipica, quasi surreale. Sarà lui a pronunciare il nome del prossimo inquilino del Quirinale. I cardinali sono tanti, alcuni anche senza porpora. Il papa sarà uno. Non risuonerà nell’aula-conclave la voce stentorea che annuncia «habet duos et bene pendentes» perché molte signore sono in corsa con probabilità di successo. Gli esperti azzardano pronostici. Questa volta, però, più che i politologi occorrono i sortìleghi, gli antichi indovini che giuravano di avere contatti con il mondo paranormale. Perché paranormale è la politica oggi in Italia. La maggioranza del parlamento attuale è composta di opportunisti, che badano solo alla propria sopravvivenza, e di furbi matricolati. Se queste due specie non inquinassero l’ambiente, il pronostico sarebbe scontato essendo chiaro chi in questo momento storico è il più adatto a occupare il soglio quirinalizio. Invece volteggia sul Colle e sui cosiddetti grandi elettori uno stormo di fantasmi del passato. Perciò, come disse un bello spirito inglese per giustificare le sue puntate sui cavalli sbagliati, è impossibile fare previsioni. Soprattutto, precisò, quando riguardano il futuro.

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