Educazione civica
Caffè Scorretto
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A lla domanda se nella scuola viene insegnata l’educazione civica, dieci volte su dieci lo studente confesserà: non so di che si parla. Eppure il Ministero dell’Istruzione e del Merito all’apertura dell’anno scolastico aveva indicato le linee guida della materia: Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale. Solo buoni propositi. Non è sbagliato allora insistere perché l’educazione civica sia materia obbligatoria dopo le elementari, con un professore responsabile e gli studenti a loro volta responsabilizzati. La materia marca il cittadino del Paese che abita, qualunque sia la religione, il censo e la razza. È tempo che dopo la Costituzione la scuola spieghi cos’è l’Europa e il ruolo che ogni Parlamento nazionale ha in quella realtà sovranazionale; che parli delle relazioni che esistono tra Strasburgo e Bruxelles e i Parlamenti dei singoli Paesi e che tipo di rapporti hanno queste strutture con l’Onu. Come l’Organizzazione è nata e per che cosa è nata i ragazzi lo sanno? No. Attivare la formazione di giovani responsabili in un tempo in cui i valori perdono valore, è dovere di una scuola che ritorna a fare scuola. Non si può sentire la risposta alla domanda perché la Sardegna è regione a statuto speciale: “ma, forse perché non è ordinaria”. Nell’Italia europea i “ma” e i “forse” sono di troppo e sanno di niente.