L ’intervista al ministro degli esteri russo Sergej Lavrov andata in onda a Zona Bianca, talk politico di Retequattro, ha suscitato un vespaio di polemiche. Il segretario del Pd, Enrico Letta, è arrivato a definirla «un’onta per l’Italia». Giuseppe Brindisi, l’autore dello scoop (perché di questo si tratta) si è difeso sottolineando come le domande siano state tutt’altro che accondiscendenti. Dove sta la verità? Qualunque giornalista che ami il proprio mestiere sarebbe disposto a intervistare Hitler, se fosse possibile, o qualsiasi altro dittatore del mondo. Non dimentichiamo che il maestro Zavoli ha intervistato i killer di Moro, in una trasmissione, la “Notte della Repubblica”, che è uno dei libri di testo del buon giornalismo. Semmai, bisogna avere la capacità di non farsi intimidire dall’interlocutore, incalzarlo con domande a tutto campo, anche sugli aspetti meno graditi dall’intervistato. Inutile riempirsi la bocca di paroloni come “libertà di informazione” quando poi danno fastidio le voci diverse dal proprio pensiero. È per questo insopportabile doppiopesismo che Assange sta per essere estradato negli Stati Uniti dove rischia da 175 anni di carcere alla pena di morte perché ha diffuso materiale scomodo per la Casa Bianca e la Cia. Non ho visto manifestazioni di piazza né proteste di segretari di partito sul punto.

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