Recita il vocabolario Treccani (che sia benedetto per la capacità di tirare fuori dai guai chi ogni giorno deve fare i conti con la complessità della lingua italiana): «Doppiopesismo, s. m. [der. di doppio peso, inteso come radice arbitraria dell’espressione due pesi e due misure], nel linguaggio politico e giornalistico, tendenza a usare due pesi e due misure, cioè a comportarsi in modo contraddittorio in circostanze analoghe».

Ne abbiamo esempi a iosa. Prendiamo la peste suina africana. Ieri Ilaria Capua, illustre scienziata, diventata notissima durante la pandemia Sars-Cov2, è intervenuta con grande clamore mediatico sulla nuova epidemia animale: «Il virus della peste suina non si trasmette all’uomo né per via diretta (con il contatto) né indiretta (attraverso gli alimenti). Ma proprio per questo non c’è un vaccino efficace. Se entrasse nella filiera alimentare del suino in Italia sarebbe un disastro, si rischierebbe il lockdown dei maiali e la perdita di numerosi posti di lavoro». Ma – vi starete chiedendo – cosa c’entra il doppiopesismo? C’entra. Quando la peste suina infestava gli allevamenti sardi, provocando abbattimenti, proteste, rischio di scontri violenti tra allevatori e uomini della Forestale, non gliene fregava niente a nessuno. Tanto meno a Ilaria Capua.

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