B ergoglio è Papa da 10 anni e da altrettanti ci dobbiamo sorbire i conversatori banali che d’un tratto, smaniosi di segnalarsi come originaloni, fanno la faccia arguta e annunciano: “Che poi questo Papa è l’unico leader della sinistra”. A volte non hanno la pazienza di aspettare che il discorso viri sulla politica: “Ma questo Cagliari?”. “Che vuoi, ormai l’unico leader di sinistra è il Papa”. E giù a dar di gomito e a ridacchiare da soli.

Vogliamo dirlo che oltre che una banalità è una scemenza? È vero, ha detto di non sfruttare gli operai. Ma perché, Ratzinger voleva farli schiattare alle presse? Dare la giusta mercede al lavoratore ormai è una piattaforma che andrebbe bene non solo a Meloni – che di elettori operai ne ha tanti – ma pure a Bismarck e perfino a Calenda. Quanto ai diritti civili e umani, ammesso che siano cose “di sinistra”, forse che la linea vaticana verso i gay è cambiata? E le donne ora possono ambire al sacerdozio? Sì, l’altro giorno Francesco ha aperto all’abolizione del celibato per i preti. Ma neanche il tempo di applaudire ed ecco la frenata: “Non sono ancora pronto”.

E davanti all’ennesima cautela, all’ennesima apertura che si socchiude, ai toni nuovi per incartare roba vecchia, si chiarisce l’equivoco. Non è di sinistra: è il primo Papa del Pd (sì, certo, lì adesso c’è Schlein e le sardine e i ggiovani e la nuova primavera. Vabbe’, vedremo).

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