Debiti su debiti
S e lady Maria Rosaria Boccia dovesse aprire le chat catturate nelle dorate stanze pubbliche e private scoppierà il finimondo, si dice. Tranquilli, da noi tutto è grave e niente è serio come ebbe a dire Ennio Flaiano in circostanze anche migliori di queste. Il suo giudizio, già valido allora, oggi che il Governo sta lavorando al piano strutturale di bilancio destinato a vincolare le spese e gli investimenti per i prossimi sette anni, è anche reale. Per far quadrare i conti e metterli in linea con l’Ue, come minimo, bisogna recuperare 10 miliardi: tagliare la spesa o aumentare le tasse? Più semplice la prima; tra spese inutili o non proprio necessarie, come il ponte sullo Stretto, si possono recuperare parecchi miliardi e allo stesso tempo affidabilità. Oggi, spendendo e spandendo, il Paese si ritrova un debito pubblico di 3 mila miliardi di euro pari a 33 mila a cranio; siamo l’unico dell’area euro che spende più per interessi, 80 miliardi di euro all’anno, che per l’istruzione 79 miliardi. L’Europa da qui al 2032 pretende serietà e rigore, doti che il Paese ha dimenticato da De Gasperi e Einaudi in poi. Chiedete e vi sarà dato: gratis e senza neppure un atto di contrizione. L’Europa suona il Big Ben e ordina l’ordine, chi sbaglia paga. Questo Paese salderà i conti nell’unico modo che conosce ed è conosciuto nel mondo: facendo altri debiti.