I n attesa del voto in Sardegna e in Europa, il campo largo si sta giocando la Terra di Mezzo. Fra Meloni, Truzzu e Sangiuliano non c’è giorno che la destra non affermi la propria egemonia sul Signore degli Anelli, citandolo o inaugurando mostre su Tolkien, e la sinistra lascia fare: quell’immaginario da medioevo non le ha mai scaldato il cuore. Una trilogia che si chiude con “Il ritorno del Re” suona monarchica, Frodo con quel nome ai Verdi puzza di bracconaggio e chiamare mezz’uomini gli hobbit è politicamente scorretto. Ma ora basta. Un Pd post-ideologico non può rinunciare a un tale tesoro di suggestioni, tanto più che per reggere il rapporto col M5S senza logorarsi nei distinguo su Kiev o sui migranti a volte serve fantasy. Quindi perché non valorizzare la liberata fluidità degli elfi e l’austerità berlingueriana dei nani minatori? Perché non dire che la barba bianca e il potere magico delle sue parole fanno di Gandalf lo Scalfari di Gondor? Lo capiamo che in questo Paese non conta il programma ma la trama e che si vince con un’alleanza da favola? Conte si prenda la Contea, anche senza primarie, e la soppressione di qualche Ent inutile. Poi Aragorn federatore, Galadriel e Franceschini capilista e uno slogan chiaro: il ritorno del Reddito.

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