P ensieri (abbastanza confusi ma in ordine di arrivo) alla notizia che Raisi si è schiantato in elicottero.

Speriamo che Israele non c’entri nulla.

Speriamo che non diano comunque la colpa a Israele, o alla Nato.

Mesi a sbirciare col fiato sospeso potenze nemiche che marciano in fila indiana sul filo sottile che separa giudiziosi massacri e pericolose escalation, e poi la terza guerra mondiale comincia perché gli iraniani hanno finito i pezzi di ricambio per i loro elicotteri.

Dev’essere un orrore senza nome precipitare e sapere che stai precipitando.

Però l’agonia e il terrore di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia morale (la polizia mortale) perché non indossava correttamente il velo, quello dev’essere stato anche peggio.

Anche per i suoi genitori dev’essere stato peggio.

Chissà se Dio gli sta già facendo un paio di domande sui mille oppositori che quand’era procuratore fece impiccare in Suo nome perché ostili al regime.

Chissà se ora ne eleggono uno un pochino più dialogante, un po’ meno boia. A volte è successo.

Le donne e gli uomini che rischiavano la morte per la libertà, perché abbiamo quasi del tutto smesso di pensarci? Com’è che abbiamo la memoria di una falena, quando il sangue e la libertà sono degli altri?

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