Chi se lo piglia?
Caffè Scorretto
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F orse lo vorrebbero, qualcuno magari lo cerca ma c’è chi lo piglia? Può essere vero anche il contrario, con la medesima conclusione: nessuno lo vuole. Pier Ferdinando Casini, che il “Foglio” di Giuliano Ferrara aveva battezzato “Polly il Bello”, 39 dei suoi 67 anni li ha “sfaccendatamente” spesi in Parlamento. Non è per il “basta” ma dice che non busserà alle porte dei partiti perché al potente nato non è dato “lo scendere e il salir per l’altrui scale” precisando comunque di essere disposto a “sacrificarsi” (purché non si sudi) in un collegio sicuro. Pier Ferdy è un giocatore professionista capace di qualcosa di più di “analisi da carrello della Standa”, come diceva Ciriaco De Mita. Vecchio di mestiere, abile nel cogliere il momento del rilancio giusto con lo sguardo sempre puntato alla ciccia della politica: il potere. Un attimo prima del crollo aveva intuito che era il momento di mollare la Dc. “La Dc è nata con don Sturzo ed è defunta con Don Ofrio”. La replica di Francesco D’Onofrio: “Semmai è nata nelle sacrestie ed è finita nei Casini”. Il giovanotto se la giocò fondando partiti centristi prima di incontrare Berlusconi e poi Matteo Renzi. Il suo babbo politico, Toni Bisaglia, parlando di lui e di Marco Follini diceva: “Ho due figli, uno è bello, l’altro è intelligente”. La bellezza è potere e Polly è il bello che non invecchia.