Brigate Montesquieu
Caffè Scorretto
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I l nuovo attentato fallito contro Trump (ormai quasi un format) ha una particolarità che sarebbe disonesto tacere. Se il bersaglio è l’idolo di complottari, razzisti, bigotti, amanti dell’uomo forte, no vax, no tax e varia sciamaneria eversiva, l’attentatore parte da idee sensate. Per carità, è un fuori di testa col botto, uno che ha chiesto a Musk di vendergli un missile «anche usato» per montarci su una testata nucleare. Però sostiene che The Donald mette a rischio la democrazia (verissimo) e Kiev va sostenuta contro l’invasore (come da comunicati del G7). Non solo ha le stesse ansie di Cintula, lo slovacco che ha tentato di uccidere l’illiberale premier Fico, ma nel 2016 votò Trump, quindi è uno di quei rari “elettori capaci di cambiare opinione” che fanno sospirare di nostalgia i politologi. Peccato che, arrivati al dunque, non prenda la parola ma l’Ak-47.
Che cosa altro ci dobbiamo aspettare? Qualche ultras della ragionevolezza che spara sulla folla in nome del dialogo? Le bombe delle Brigate Montesquieu per la separazione dei poteri? Gli estremisti di centro del Ku Klux Kalenda? Dopo i comunisti saranno i liberali ad ammettere con angoscia che i violenti vengono dal loro album di famiglia? Sono casi isolati e patologici oppure siamo in molti (per capirci: non solo gli appassionati di orbanistica) a sbagliare retorica? E nel caso, siamo a tempo a cambiarla?