E lon Musk ce l’ha fatta. Ha vinto le elezioni americane trascinandosi appresso Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno scelto oltre al presidente anche il loro futuro tecnologico, che Musk personifica. Erano consapevoli che questo personaggio avrebbe avuto un ruolo importante nel programma di Trump e lo hanno accettato. Se Musk potrà disporre di alcune delle potenti leve del sistema operativo americano quali orizzonti vorrà raggiungere e quali limiti superare? È l’uomo più ricco del mondo, e sempre più si arricchisce. Possiede una compagnia aerospaziale e una automobilistica; controlla sistemi di trasporto che hanno come obiettivo lo sbarco su Marte e la sua colonizzazione; governa le fonti dell’intelligenza artificiale, che potrebbe soppiantare quella umana e telecomandarla; produce chip per collegare i cervelli ai computer. I suoi discorsi hanno toni profetici. La sua parola, cui dà la forza del Verbo, annuncia la nuova religione dell’uomo macchina e della macchina uomo. Nella quale algoritmo e misticismo si compenetrano. È la visione escatologica di un futuro che ci viene incontro a velocità folle. Musk è uomo geniale, ma inquietante. È un visionario senza limiti. Saprà Trump mettere il diavolo nella bottiglia? saprà fargli capire che il futuro, specialmente se si profila transumano, va bevuto a piccole dosi? Altrimenti potrebbe non esserci futuro.

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