Calcio, intrattenimento, moda e arte non saranno più quelli di una volta. Travolti da una pandemia che ne ha radicalmente mutato aspetto e forma, si presentano improntati sul post Covid, che, però, ancora non è arrivato. Nel frattempo, è in corso una rivoluzione che investe scelte imprenditoriali e filosofie aziendali. Il cambiamento è irreversibile e investe allo stesso modo le aziende, sempre più guidate dal digitale, e le persone nella loro sfera professionale e personale. A livello manageriale è l'era delle scelte da operare per rimanere in equilibrio.

LE SCELTE AZIENDALI - Le nuove dinamiche investono anche il mondo del calcio, dove niente (o poco) sarà più come prima: le decisioni che il management dei grandi club si troverà a prendere saranno il riflesso nudo e crudo dell'emergenza sanitaria ed economica che ha (s)travolto il mondo. Il contagio non spaventa solo in termini sanitari ma anche in termini finanziari: chi e quanto resisterà all'onda d'urto del Covid? Come e in quale misura i gruppi sportivi riusciranno a far fronte ai minori incassi da biglietti? Quanto peseranno alla lunga gli stadi chiusi? Secondo una buona fetta di analisti il mondo del pallone finirà per diversificare su asset in crescita e, alla lunga, tagliare spese improduttive (come le provvigioni degli agenti). L'emergenza legata al coronavirus finirà per accelerare quel processo di riforma strutturale e gestionale di cui il sistema-calcio e/o l'industria-calcio da tempo necessita spingendo il mondo del pallone e chi lo governa a operare quelle scelte coraggiose che sanno trasformare la crisi in opportunità. Il nuovo corso è cominciato, la trasformazione sarà inesorabile e guidata sempre più dal digitale, con riflessi nei processi aziendali e nella scelta delle figure professionali di cui i club si avvarranno. Grande attenzione rivestiranno i settori giovanili e i "formatori" che dovranno avere doti di indiscussa capacità ed esperienza calcistica.

IL CAGLIARI SUL PEZZO - Il Cagliari in un contesto di grande cambiamento sta indirizzando scelte strategiche in maniera intelligente, non solo a livello aziendale: le modalità di acquisto di un top player come Diego Godin (ingaggio importante ma zero costi per il cartellino) e gli investimenti su giovani appena sbocciati e di prospettiva danno la misura di una strategia improntata sulla prudenza, senza, però, rinunciare al valore della squadra in termini di spessore dei giocatori. Si spiega così anche la scelta di un allenatore esperto e specifico come Eusebio Di Francesco, forse il vero valore aggiunto, con la speranza di valorizzare l'intera rosa. Anche per quel che riguarda il settore giovanile, il club rossoblù non si è fatto trovare impreparato, la sua "cantera" è già un modello in Italia sia dal punto di vista organizzativo che prettamente tecnico e gli ultimi risultati della Primavera - con diversi giocatori, tra l'altro, approdati in prima squadra - sono solo la parte più evidente di un processo di crescita (anche manageriale) accelerato negli ultimi due-tre anni.

GLI EFFETTI SOCIALI - Più in generale, la preoccupazione, in una fase di profonda incertezza, c'è ed è evidente e non riguarda solo chi è parte di quel mondo dall'interno perché il calcio, specie in Italia, rappresenta molto più di uno sport. Il gioco del pallone, oltre ad avere riflessi economici importanti per il sistema-Paese, ha implicazioni di carattere sociale e culturale perché contribuisce a tessere relazioni e legare rapporti includendo nella stessa sfera di interessi persone di diversa estrazione sociale e con differenti livelli culturali. Il calcio abbatte le diversità, ingloba, include. I tifosi stanno indubbiamente vivendo un nuovo calcio, fatto di sensazioni vissute a distanza, forse meno sofferto perché orfano di quell'ingrediente essenziale: l'adrenalina del gol in real time. Ma l'attaccamento resta. Chi è tifoso lo è dentro e al cuor non si comanda neppure in tempi di Covid. Di certo il momento storico che stiamo vivendo lascia poco spazio alle passioni, insinua dubbi e timore su azioni fino a qualche mese fa circoscritte nella normalità, delle volte ritenute perfino banali. I giocatori, dal canto loro traggono nutrimento da quelle urla da stadio di cui ancora, scendendo in campo, cercano invano l'eco in lontananza. Non si può dire se torneranno tempi migliori. Di certo anche nel calcio assisteremo a tempi diversi.
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