In un'intervista a "Le iene" per la prima volta Fabio Quagliarella ha raccontato il suo incubo.

Una vicenda durata quasi 5 anni, durante i quali l'attaccante - oggi alla Sampdoria - è stato costretto a lasciare la sua città e la sua squadra del cuore, Napoli, a causa delle minacce di uno stalker.

Un uomo che il calciatore aveva fatto entrare nella sua vita come una persona di famiglia, a cui aveva dato "fiducia, per via anche del suo lavoro" di agente della polizia postale. Ma che si era poi rivelato un vero e proprio inferno, con continui messaggi minatori e lettere anonime contenenti accuse di pedofilia e affiliazione alla mafia.

Proprio per liberarsi di lui il calciatore era stato costretto a lasciare la città partenopea per la Juventus, una scelta che la tifoseria azzurra non gli ha mai perdonato: "Sono passato per l'infame della situazione e quando succede davanti alla propria gente fa male", ha dichiarato in lacrime.

Aggiungendo: "Ogni volta che dovevo tornare a Napoli mi nascondevo, mi camuffavo, per evitare che qualcuno dicesse qualcosa, perché poi fa male".

Oggi, dopo la condanna, pochi giorni fa, del suo persecutore, Fabio ha trovato la forza di rendere pubblico la triste vicenda che lo ha visto malcapitato protagonista.
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