In questo periodo sospendiamo l'oroscopo. Dal 28 stiamo cercando di sostituirlo con un piccolo diario semi-serio di una giornata tipo in casa, ai tempi del coronavirus, per continuare a trovarci col consueto appuntamento del mattino.

Chi volesse intervenire può scrivere a redazioneweb@unionesarda.it indicando nell'oggetto "Oroscopo"

***

Un nastro blu, una maglia blu, una felpa blu. E anche una sciarpa blu, un cappello blu. Un colore che serve non per dire "amo il blu", bensì per far capire che quella mamma con quel bambino per strada passeggia intorno a casa - nel rispetto delle disposizioni governative per il contenimento del Coronavirus - per far prendere una boccata d’aria al proprio figlio speciale.

Da tempo quel colore rappresenta un simbolo, quello che attira l’attenzione per sensibilizzare sul tema dell’autismo.

In questi giorni, settimane, in cui non si può uscire, ci sono famiglie che vivono un dramma nel dramma. Sono quelle che hanno al loro interno ragazzi e ragazze, bambini e bambine che non possono andare a scuola, non possono seguire le terapie, sono rinchiusi non solo nei loro mondi ma anche nelle quattro mura di appartamenti di città.

Sacrifici e impegni di mesi e anni che rischiano di essere vanificati dalle rigide restrizioni. Perché non solo i decreti del Presidente del Consiglio non avevano preso in considerazione la situazione dei più piccoli - anzi, parchi chiusi e impossibilità di acquistare pennarelli e pastelli, ritenuti beni non essenziali - ma nemmeno la condizione di difficoltà che chi soffre di autismo porta con sé in modo incolpevole, inconsapevole.

Ci hanno pensato i social, come spesso accade, a lanciare un invito contenuto in un messaggio che circola su molte bacheche Facebook: "Se vedi una mamma e un bambino con qualche indumento blu o nastro blu che cammina nel quartiere, non urlare, non insultarli. O se vedi una macchina con un nastro blu, lo stesso - si legge - Sono mamme di bambini con autismo che sono uscite per cercare di calmare la loro ansia". In realtà, dotati di autocertificazione e attestazione della condizione di disabilità, la legge non impedisce loro di circolare. A fare la differenza sono e sono stati altri concittadini, quelli che addirittura hanno chiamato la polizia, hanno rivolto ai genitori offese varie in stile: "Tornate a casa vostra, non capite niente, mettete a rischio tutti". Tralasciando le forme molto meno educate e quelle prive di parolacce. Sono quelle persone che non hanno notato il nastro blu, o non si sono chieste neanche per un minuto se ci fosse un motivo per cui quella mamma, mano nella mano col figlioletto, camminasse per strada. Molto più facile giudicare, condannare.

Ma almeno adesso che la nostra vita si è fermata, pensiamo che c’è chi affronta una vera e propria emergenza anche nelle proprie abitazioni. Non puntiamo sempre e comunque il dito, aiutiamo invece, cerchiamo di comprendere. Ieri è stata la giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, l’ennesimo grido che quest’anno non è stato tanto di allarme quanto di richiesta di aiuto. Ed è rivolta a tutti noi.

#iorestoacasa
© Riproduzione riservata