Sarà la Gran Bretagna il primo paese a testare su larga scala un "vaccino" contro il colesterolo alto, grazie a un inusuale accordo tra il governo e la multinazionale Novartis.

Il sistema sanitario nazionale è pronto a coordinare un test del farmaco, ancora non approvato, su larga scala, e in caso di esito positivo allargherà la diffusione a centinaia di migliaia di persone.

Il problema del colesterolo alto, che è uno dei fattori di rischio cardiovascolare più grandi e aumenta di oltre il 20% il rischio di infarto o ictus, riguarda solo in Italia circa il 35% della popolazione. La terapia più usata per tenerlo a bada, al momento, è quella che prevede l'uso di statine, che però secondo diversi studi funzionano solo nel 50% dei casi, o perché il paziente non risponde o perché interrompe la cura per gli effetti collaterali.

La terapia che verrà testata in Gran Bretagna, spiegano i media britannici che hanno dato grande risalto alla notizia, funziona con due iniezioni all'anno, e secondo i primi test ottiene un dimezzamento dei valori del colesterolo cattivo in poche settimane, anche nei pazienti su cui le statine non funzionano.

La molecola, l'inclisiran, è un inibitore di un gene chiamatoPCSK9, obiettivo anche di altri farmaci messi a punto da diverse aziende, e permette al fegato di assorbire più colesterolo "cattivo". Alla prima fase del test, che sarà limitata all'Inghilterra, parteciperanno soggetti che non hanno avuto un evento cardiovascolare grave ma sono considerati ad alto rischio, ma se l'esito sarà giudicato positivo l'utilizzo verrà esteso, comprendendo almeno 300mila persone.

"Questa collaborazione - ha sottolineato il ministro della Salute britannico Matt Hancock - ha il potenziale per salvare 30mila vite nei prossimi dieci anni, ed è la prova che la Gran Bretagna continua ad essere la destinazione principale al mondo per l'assistenza più all'avanguardia".

L'accordo, aggiunge il comunicato del governo inglese, prevede anche la creazione di un consorzio tra l'azienda e l'università di Oxford per migliorare l'efficienza della produzione del farmaco.

(Unioneonline/v.l.)
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