Un farmaco messo a punto per smettere di fumare, ma che pare potrebbe dimostrarsi estremamente utile nell'attivare o disattivare i neuroni curando malattie fra cui l'epilessia e anche il dolore.

La scoperta, approfondita da Scott Sternson del Janelia Research Campus dell'Howard Hughes Medical Institute e basata su tecniche di chemogenetica (ossia la selezione computerizzata di molecole, collegate poi dagli studiosi a marcatori biologici), sta già aiutando i ricercatori a districare i circuiti cerebrali nei topi e nei primati. Un giorno, come riposta la rivista "Science", potrebbe portare a trattamenti più mirati negli esseri umani.

Secondo Sternson, altri scienziati che lavorano su questo approccio "usano spesso molecole che non sarebbero appropriate per la terapia umana. Ci sono ancora molti passi per arrivare all'applicazione clinica, ma stiamo cercando di accorciare questa strada".

La chemogenetica è in uso da circa due decenni: gli scienziati hanno progettato coppie abbinate di farmaci e recettori che possono modificare l'attività dei neuroni nei topi. Il sistema di Sternson utilizza un farmaco, la vareniclina, che penetra nel cervello ed è già approvato negli esseri umani, appunto, per liberarli dal tabagismo. E si rivolge alle proteine ​​del canale ionico, che influenzano direttamente l'attività dei neuroni. E se alcuni pazienti con epilessia grave hanno bisogno di sottoporsi a un intervento chirurgico per rimuovere la parte interessata del cervello, gli esperti sono convinti che medicinali che prendono di mira solo i neuroni in una determinata zona cerebrale possa arrivare a essere un approccio concreto a breve, molto meno invasivo.

Sternson prevede anche futuri trattamenti per il dolore che inviano la molecola solo a un'area ferita, piuttosto che a tutto il corpo. Un sistema importante per ridurre l'incidenza della dipendenza dagli antidolorifici.

(Unioneonline/v.l.)
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