"Nelle prossime ore daremo al presidente del Consiglio incaricato i nomi, della Lega, delle persone pronte a fare i ministri e a lavorare per il bene dell'Italia".

Con queste parole il segretario della Lega Matteo Salvini, al termine del vertice in via Bellerio, a Milano, prova a sbloccare il caso Savona, dopo lo stop di ieri sul nome dell'economista sardo come candidato al Mef.

"Speriamo che nessuno abbia nulla da eccepire sui nomi: avere dei ministri che vanno in Italia, in Europa e nel mondo a difendere gli interessi degli italiani è un valore, è un pregio e un orgoglio. Secondo noi la squadra che parte è quella che vince, che risponde ai sentimenti, alle necessità e ai desideri dei cittadini italiani".

"Ovviamente, come in Italia mai nessuno ha eccepito su un ministro belga, tedesco o francese, è altrettanto chiaro ed evidente che i ministri che rappresentano gli italiani non devono necessariamente avere il gradimento dei tedeschi, dei francesi o di chiunque altro".

"Mi rifiuto di andare avanti ancora per giorni con le trattative, o siamo in condizioni di lavorare o qualcuno se ne prenderà la responsabilità".

Anche per Luigi Di Maio non c'è più tempo: "O si chiude la partita del governo entro 24 ore o non si chiude più. Ora è il momento di lavorare".

"In Italia - ha detto a proposito delle critiche della stampa estera, in particolare tedesca - dobbiamo sempre preoccuparci di come parliamo degli altri Paesi, è giusto. Ma nell'ultima settimana ci hanno chiamato barbari, scrocconi e non ho visto nessun capo di Stato difendere gli italiani che non sono stati rispettati".

L'APPOGGIO DI FDI - Intanto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si trova sulla stessa linea di Salvini: "Su Paolo Savona, una nuova inaccettabile ingerenza di Mattarella, dopo l’ostinazione a non conferire l’incarico di governo al centrodestra. Ho comunicato a Salvini che Fratelli d’Italia, pur senza aver cambiato idea sul governo giallo-verde, offre il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell’economia non indicato da Bruxelles. L’Italia è ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione", sono state le sue parole.

LA CRITICA DI RENZI - E Matteo Renzi non ha mancato occasione per lanciare una critica a Salvini e Luigi Di Maio: "Lo spread non sale perché l'Europa è cattiva, ma perché da 84 giorni c'è un teatrino ridicolo. La conseguenza? Meno mutui alle famiglie, meno credito alle imprese. Di Maio e Salvini: se volete sapere di chi è la colpa, non fate dirette Facebook contro Bruxelles. Fatevi un selfie", ha scritto sui social.

IL TOTOMINISTRI - Le indiscrezioni sui nomi dei ministri delle ultime ore parlano di Stefano Candiani alle Infrastrutture; Gian Marco Centinaio al Turismo e all'Agricoltura; Manuela Lanzarin al ministero della Famiglia e della Disabilità; Lorenzo Fontana agli Affari Regionali; Giancarlo Giorgetti sottosegretario unico alla Presidenza del Consiglio.

La delega ai servizi segreti rimarrebbe in capo al premier incaricato.

Tra i ministeri chiave c'è da risolvere anche il nodo degli Esteri, mentre per Difesa e Giustizia rimarrebbero salde le quotazioni di Elisabetta Trenta e Alfonso Bonafede. Per il Mibact, infine, sarebbe tornato in ballo Emilio Carelli.

(Unioneonline/s.s.-D)

L'INCONTRO TRA CONTE E VISCO:

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