Si continua a discutere, anche con toni accesi, sulla Fase 2 dell'emergenza coronavirus.

Lo fa innanzitutto il mondo politico, dove diverse sono le strategie per fronteggiare il "ritorno alla normalità" in vista del 3 giugno, data di ripartenza dei collegamenti tra regioni.

Il governatore della Regione Sardegna Christian Solinas ha ribadito per ben due volte nelle ultime ore la necessità, per l'Isola, di richiedere un certificato di negatività ai turisti in arrivo. Lo ha fatto in tv, ospite di Lucia Annunziata su Raitre, a "Mezzora in più", e poi su La7, in collegamento con "Non è l'arena" di Massimo Giletti.

"Abbiamo semplicemente chiesto di poter prevedere una certificazione per chiunque intenda arrivare in Sardegna, un certificato che attesti che entro cinque giorni dalla partenza il soggetto non sia positivo al coronavirus. E' lo stesso protocollo che del resto si sta attuando per Bundesliga, Serie A e anche sui set cinematografici", ha detto Solinas, convinto della necessità di "una cautela in più" per evitare nuovi contagi.

Ma, di nuovo, l'ipotesi ha trovato frenate eccellenti. Quella del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ("La paura che qualcuno possa arrivare infetto e mettere sotto stress il sistema esiste, non è però il passaporto sulle immunità la soluzione") e anche quella del leader della Lega, che in Sardegna fa parte della compagine di governo, Matteo Salvini ("meno barriere facciamo tra italiani e meglio è").

Il dibattito sulla Fase 2, però, anima anche il mondo scientifico italiano.

Anzi, lo infiamma. A scatenere veementi reazioni è stata un'affermazione di Alberto Zangrillo, primario della rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano, convinto che, ormai, il virus "clinicamente non esiste più", dunque è possibile iniziare a pensare a come ritornare alla vita di prima.

Parole che hanno destato "grande sorpresa e assoluto scroncerto" tra i colleghi del Comitato scientifico che collabora con il governo, a cominciare da Franco Locatelli, che è anche presidente del Consiglio superiore di sanità.

"Basta guardare - ha detto Locatelli - al numero di nuovi casi confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus".

Ma Zangrillo controreplica e tira dritto per la sua strada: "Sono molto dispiaciuto che Locatelli sia sconcertato. In medicina non esistono punti di vista e chi dice che il mio è un punto di vista, sbaglia prospettiva. Io riporto la realtà dei fatti".

(Unioneonline/l.f.)
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