"Il virus clinicamente non esiste più". Parole forti quelle pronunciate dal primario del San Raffaele Alberto Zangrillo nel dibattito a "Mezz'ora in più", cui ha partecipato anche Christian Solinas.

"Che il virus non esista più dal punto di vista clinico lo dice l'Università Vita e Salute del San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal direttore dell'Istituto di virologia professore Clementi. Lo dice insieme alla Emory University di Atlante, il professor Silvestri", afferma Zangrillo.

L'ex medico personale di Silvio Berlusconi spiega anche che "i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale infinitesimale dal punto di vista quantitativo rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa".

"Terrorizzare il Paese - sostiene - è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità, si ritorni alla vita normale".

"Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta - continua -, ma non si può continuare a portare l'attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia, non si può impostare il discorso come lo fa il Comitato scientifico nazionale. Il virus non esiste più dal punto di vista clinico, ci metto la firma".

Il primario spende anche parole di elogio per Milano, che "ha reagito in maniera straordinaria". E sulla possibilità di una seconda ondata: "E' auspicabile che il virus scompaia per sempre, come hanno fatto Mers e Sars, altri coronavirus".

IL CTS: "MESSAGGIO SBAGLIATO" - Una fotografia che rischia di essere fuorviante secondo lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato scientifico, che avverte: "Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti".

"E' indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però scordato - puntualizza - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese". E ancora: "E' bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno". Del resto, "basta vedere come purtroppo la situazione sia molto diversa in Paesi, come Russia, Messico o India, nei quali queste misure non hanno potuto essere così efficaci e non hanno dato i confortanti risultati che vediamo nel nostro Paese".

E' presto per trarre delle conclusioni anche secondo il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito. Fortunatamente in Italia "abbiamo ora meno casi gravi e ciò dimostra che le misure di contenimento adottate hanno dato i loro frutti, ma al momento non c'è alcuna prova né alcuno studio scientifico pubblicato che il virus sia mutato". Di solito, avverte, "i virus si attenuano nel corso di vari anni, ma non bisogna essere catastrofisti o ottimisti a tutti i costi". Ora, "ciò che dobbiamo fare - conclude - è monitorare la situazione giorno per giorno e mai abbandonare la prudenza".

(Unioneonline/L-D)
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