«Non ci sto a essere calunniata, sto valutando azioni legali, devo difendere la mia reputazione, io non sono una persona disonesta, una che salta da un partito all'altro». Carla Cuccu consigliera regionale del M5S, racconta la sua versione sulla polemica deflagrata dopo il suo voto favorevole «a delegare Dario Giagoni della Lega a presentare la mozione» per il referendum che vuole abrogare la parte proporzionale della legge elettorale nazionale.

Quando è precipitata la situazione?

«Divergenze interne ce ne sono sempre state, abbiamo dovuto lavorare per armonizzare le diverse vedute. Il problema adesso è che la capogruppo Desirè Manca ha interpretato in maniera eccessiva il suo ruolo, tutti devono sottostare ai suoi diktat».

Ma un capogruppo non ha il compito di coordinare l'azione politica?

«Un conto è coordinare, un altro comandare. Tra l'altro l'ho indicata io come capogruppo, ho chiesto agli altri di darle fiducia, l'ho sempre difesa quando l'hanno attaccata per il look e altro. E adesso lei dice menzogne su di me, senza neppure verificare qual è la realtà».

Quale sarebbe la menzogna?

«Lei non può sapere cosa ho votato io. Perché quella mozione era in tre fasi, le prime due con voto segreto, l'ultima con voto palese per il deposito. Lei non ha verificato, e tantomeno si è posta il problema, la sera prima quando ci siamo riuniti tutti e sei noi consiglieri regionali, di parlare di quello che avremmo dovuto fare».

Forse ha dato per scontato che chi è all'opposizione non avrebbe votato con la maggioranza su un tema così rilevante politicamente.

«Nessuno ci ha indicato una linea, neanche a livello nazionale, io mi sono sentita libera di votare per dare agli italiani la possibilità di esercitare la più ampia partecipazione democratica, principio fondante del M5S, per un referendum. Articolo 75 della Costituzione. Comunque, non mi doveva fare un attacco mediatico, a me che ho sempre votato in sintonia col gruppo. Vuole primeggiare, rafforzare il suo potere politico e personale».

Pensa che Desirè Manca la voglia fuori dal Movimento?

«Bé, sembrerebbe. Io sono intelligente, preparata, autonoma, sono scomoda per chi vuole manipolare le persone».

Si vocifera che sia lei a volersene andare. Con l'Udc magari.

«Fesserie. Faccio parte del M5S dal 2010, e ho sempre contribuito a portarne avanti il progetto in Sardegna e all'elezione di tutti quanti. Chi mi conosce sa che sono una persona coerente. Da quando ho compiuto 18 anni i big dei partiti mi hanno proposto una candidatura: ho sempre rifiutato, perché intendevo la politica in modo diverso. Poi è nato il Movimento, ci ho creduto e ho aderito».

Non c'erano stati altri episodi di "discordanza" da parte sua?

«Come gruppo consiliare abbiamo votato proposte di legge, mozioni e ordini del giorno sia col centrosinistra che col centrodestra. Abbiamo sempre detto che non stiamo né con gli uni né con gli altri, ma se ci sono proposte valide per i sardi le sosteniamo».

E l'interrogazione con Agus dei Progressisti?

«Agus è mio collega in commissione Sanità, c'è collaborazione e stima reciproca, e il presidente Gallus ci ha sempre chiesto di cercare di fare un lavoro a beneficio di tutti i cittadini, mettendo da parte quando possibile le appartenenze. Io ho chiesto agli altri se volevano firmare questa interrogazione, sui concorsi Aspal, e Manca si è opposta. Così come non ha voluto firmare la mia proposta di legge sulle disfunzioni alimentari, l'ha firmata solo Elena Fancello».

I tre uomini del gruppo che dicono?

«Tutti zitti».

Il suo "caso" è all'attenzione di Roma?

«Non ho ricevuto nessuna comunicazione. Ma penso che Manca abbia fatto una segnalazione. Io ora sto inviando tutta la mia documentazione ai probiviri e a Di Maio».

E se decidessero di mandarla via?

«In assenza di violazione di regole come fanno? Mi dovrebbero dire sei una rompiscatole e non abbiamo piacere che tu stia ancora con noi, altre ragioni non ce ne possono essere. Ma questo sarebbe giuridicamente impugnabile».

Cristina Cossu

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