Luigi Di Maio "deve soltanto ricompattare la sua base, spostare l’attenzione dai ministeri ai programmi".

Così Giuseppe Conte cerca di stemperare gli attriti insorti tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, dopo i faticosi giorni per trovare la quadra su una nuova maggioranza di governo, in seguito alle parole del capo politico pentastellato, che ha lanciato a Zingaretti e co. una sorta di ultimatum: "O si seguono i 20 punti da noi indicati per il nuovo esecutivo oppure è meglio andare a votare".

Parole che hanno fatto indispettire il segretario dem, pronto a replicare: "Basta minacce o salta tutto".

Sulla stessa lunghezza d'onda il suo vice, Andrea Orlando: "Se Di Maio ha cambiato idea, lo dica chiaramente".

Il presidente del Consiglio incaricato, come detto, sta provando a disinnescare, sollecitando i partiti disposti a sostenerlo a concentrarsi sui nomi dei ministri che andranno a comporre il nuovo esecutivo.

E mentre i neoalleati giallorossi discutono e provano a convivere, la Lega inizia a calarsi nel ruolo di principale partito d'opposizione.

Dopo gli annunci di Matteo Salvini, anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha rivolto un appello agli esponenti e militanti del Carroccio: "Da qui alle prossime elezioni voglio un popolo pancia a terra. Vi aspetto tutti in strada pronti a fare la rivoluzione", ha tuonato da Padova il presidente della giunta regionale veneta. Aggiugendo: "Le piazze devono essere piene. Ci vediamo prima a Pontida e poi a Roma".

(Unioneonline/l.f.)
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