La presidente Elisabetta Casellati ha aperto la seduta in Senato diretta alla calendarizzazione per il futuro della crisi di governo, durata circa un'ora.

In definitiva, è stata bocciata la proposta della Lega per votare domani la sfiducia a Conte e quella di FI di votare oggi.

Il premier sarà invece in Aula il 20 agosto alle 15 per comunicazioni.

Poco prima del via si è saputo che Matteo Salvini, contrariamente a quanto emerso in precedenza, aveva deciso di rinunciare a ritirare la sua delegazione ministeriale. Minacciate le dimissioni in blocco dei sette ministri leghisti, c'era stato il passo indietro.

In Aula ha incontrato Matteo Renzi e tra i due c'è stato un breve saluto.

Il 20 agosto, è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, si terranno le comunicazioni al Senato da parte del premier Giuseppe Conte. Questo era il tema della discussione.

La Lega chiedeva che si votasse domani stesso sulla sfiducia. Salvini - che è intervenuto tra i fischi e le contestazioni dai banchi del Pd: "Non capisco, se come dice il senatore Renzi avete già vinto, tutto questo nervosismo" - ha tenuto il suo intervento: L'Italia vuole delle certezze, è dignitoso dare la parola al popolo, cosa c'è di più bello? Non capisco questo terrore, se non da parte di Renzi, fossi in lui mi agiterei nella stessa maniera. Con i disastri che ha fatto sa che gli italiani lo manderebbero a casa".

E ha poi elencato tra le "proposte ricevute" quella di Di Maio, "che ha ribadito la necessità di tagliare 345 parlamentari per poi andare al voto. E io rilancio. Noi ci siamo. Affare fatto". Ha dato anche lettura di alcune richieste arrivate dai vari settori della società, soprattutto dal fronte economico.

Giunti al voto, i senatori non hanno fatto passare la linea leghista.

(Unioneonline/s.s.)

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