"Mi sembra sia chiaro che fosse un attacco politico".

Con queste parole Davide Casaleggio, a margine dell'inaugurazione di Sum - evento dell'associazione di Gianroberto Casaleggio in corso a Ivrea (Torino) - ha commentato il fatto che la notizia della multa di 50mila euro da parte dell'Authority italiana alla piattaforma Rousseau sia arrivata proprio "nel giorno di una votazione importante anche se l'istruttoria andava avanti da mesi".

Secondo il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, è significativo "che tutte le informazioni siano state date ai giornali con giorni di anticipo prima che venissero comunicate alla persona interessata".

Per Casaleggio in discussione è anche il fatto che il presidente del garante della Privacy, il sardo Antonello Soro, sia un politico.

"A capo dell'Authority del Garante della privacy non può esserci un ex capogruppo del Pd - ha sottolineato - ma neanche un politico in generale. Deve essere un professionista che mantenga la propria autonomia".

Più tardi gli fa eco il vicepremier e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che rilancia l'importanza di una nomina "al di sopra di qualsiasi sospetto".

"Perché qui il sospetto è politico - aggiunge il vicepremier pentastellato - il garante è un politico del Pd. Quando vediamo che ci multano per la seconda volta per un software che non abbiamo più qualche dubbio ci viene".

Soro, dal canto suo, ribadisce la sua "indipendenza di giudizio" ricordando che "ne fanno fede i provvedimenti per chiunque facilmente accessibili". E se Casaleggio ha rilievi da muovere "può ricorrere, come previsto dalla legge, al giudice ordinario".

La sanzione, pari a 50mila euro, è arrivata alla piattaforma perché il voto sarebbe manipolabile ("non gode delle proprietà richieste a un sistema di evoting") e non "dà le adeguate garanzie che prevedono la protezione delle schede elettroniche e l'anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico".

(Unioneonline/F-D)
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