Anche il vicepremier e ministro Matteo Salvini interviene nella vicenda relativa al prezzo del latte sardo, che sta scatenando in questi giorni le proteste dei pastori.

"Seguo e rispetto la protesta dei lavoratori della Sardegna - ha detto - e ritengo urgente dare vita ad una Commissione Unica Nazionale con pastori, produttori e industriali per il latte ovino, con lo Stato (vista l'assenza della Regione) che torna a fare lo Stato e stabilisce un prezzo minimo di contrattazione, anche con una eventuale parte di sovvenzione".

E poi: "Spero che il voto di domenica 24 febbraio riavvicini la Regione ai cittadini, il popolo sardo merita più attenzione e rispetto''.

Un commento è arrivato anche dalla Regione: "Ci appelliamo al senso di responsabilità di tutti i portatori di interesse del comparto ovicaprino, convocati attorno a un tavolo dalla Regione per trovare una giusta soluzione alla crisi del prezzo del latte, affinché non si abbandoni la trattativa", sono state le parole di Francesco Pigliaru e di Pier Luigi Caria, assessore all'Agricoltura.

"Non lasciate il tavolo, fatelo per le decine di migliaia di famiglie che attendono le dovute risposte su un prezzo del latte inaccettabile. Mettete e mettiamo tutti da parte i colori e le appartenenze, non lasciamo che le giuste istanze e le proteste degenerino in atti di violenza, guardiamo al raggiungimento di un obiettivo che deve portare a far aumentare nell'immediato il prezzo del latte pagato ai pastori, e a basarlo da ora in poi su parametri tecnico economici capaci di ridurre l'incertezza in cui vivono i produttori primari", hanno aggiunto.

Anche Maurizio Martina, candidato alla segreteria Pd ed ex ministro delle Politiche Agricole, è intervenuto sulla vicenda: "Il governo convochi immediatamente un tavolo al ministero, vendere sotto i costi di produzione non è accettabile", tuona, ricordando quanto fatto dal suo governo e facendo due proposte all'attuale esecutivo.

"La creazione di un Fondo latte ovino da almeno 25 milioni di euro, come abbiamo fatto noi per quello bovino negli ultimi anni, e un patto di filiera per il pecorino che parta dai costi di produzione stimati", spiega.

"Nel 2017 - continua l'ex ministro - il prezzo era sceso a 60 centesimi al litro e abbiamo compiuto alcune scelte, come gli aiuti diretti agli allevatori e l'introduzione del pegno rotativo che consente ai produttori di avere più facilmente finanziamenti in banca e non trovarsi a svendere il prodotto. Nel 2018 il prezzo alla stalla era risalito a 85 centesimi, poco rispetto al prezzo del formaggio che nello stesso periodo era aumentato del 102 per cento. Ora c'è stato un nuovo crollo, bisogna evitare speculazioni e riportare equità, non solo a parole. Noi due proposte operative le facciamo, in attesa che qualcuno a Roma batta un colpo".

(Unioneonline/s.s.)
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