Si allarga la fronda leghista contro l'emendamento M5S alla legge anticorruzione.

La norma, voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e cavallo di battaglia dei pentastellati, prevede il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio.

Ieri il ministro Giulia Bongiorno ha detto che sarebbe "una bomba sui processi".

E oggi ci pensano il leader Matteo Salvini e il plenipotenziario del Carroccio Giancarlo Giorgetti a esprimere forti dubbi sul provvedimento.

"Non mi intendo di diritto penale, ma non credo che nel contratto di governo ci sia il provvedimento nei termini proposti dai relatori della legge", attacca il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. "Ci sarà una discussione", aggiunge. "Bonafede si confronterà con i nostri esperti e troveremo una soluzione, l'alleanza si basa sulla fiducia reciproca".

"La prescrizione non si riforma così, con un emendamento presentato dalla sera alla mattina", rincara Matteo Salvini. "La Bongiorno ha grande credibilità e non può certo essere accusata di berlusconismo. Io sono d'accordo sul fatto che i processi debbano avere una fine e sul fatto che non possano essere prescritti quelli di chi ha i soldi. Io dico, riformiamo la prescrizione ma facciamolo in maniera efficace. Parliamone. Gli obiettivi miei, di Di Maio e Bonafede sono gli stessi. E nessuno deve avere dubbi, il contratto è sacro".

La tensione, insomma, resta. Anche se Salvini e Di Maio "si messaggiano sempre". E potrebbe ripercuotersi su altri provvedimenti che non vedono le due anime della maggioranza di governo completamente d'accordo: dalla legittima difesa al decreto sicurezza, dal reddito di cittadinanza alla Tav.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata