La pandemia corre ma anche la scienza non resta indietro, anzi i ricercatori sono in grande fermento e c'è una competizione mondiale per dare risposte all'umanità nel più breve tempo possibile, sempre tenendo presente che le sperimentazioni richiedono mesi se non anni.

Le buone notizie di oggi arrivano dagli Stati Uniti.

Serve un vaccino al più presto e da oltre Oceano ci sono speranze fondate che si basano sugli studi attorno all'Eidd-2801.

Un laboratorio di immunologia e microbiologia del North Carolina sta per attivare la sperimentazione di questo farmaco sull'uomo.

L'Eidd-2801 ha già dato risultati significativi sui topi e gli effetti sono quelli sperati: "Migliora la funzione polmonare, riduce la carica virale e la perdita di peso".

Ovviamente topi e uomini non sempre hanno le stesse risposte ai farmaci sperimentali e serve tempo per poter avere il via libera per l'utilizzo su larga scala nell'essere umano.

Ralph Baric è il direttore del laboratorio di immunologia e microbiologia dell'università del North Carolina.

Qui, il 6 febbraio, con un corriere speciale, è arrivata una delle prime provette al mondo contenenti un campione di coronavirus.

Il laboratorio di Chapel Hill, dove il gruppo di Baric lavora, ha già passato in rassegna decine di molecole antivirali. Questa categoria di farmaci cerca di gettare un sassolino nell'ingranaggio di replicazione del virus, per arginare la sua diffusione all'interno dell'organismo.

I primi risultati sull'efficacia di Eidd-2801 sono pubblicati sul sito BiorXiv, un portale dove i ricercatori raccolgono i loro studi prima che vengano vagliati dalle riviste scientifiche. Oltre a migliorare la condizione dei topi malati, la molecola ha funzionato anche in modo preventivo, ostacolando il contagio. Proprio a novembre del 2019, quando il gruppo di Baric aveva pubblicato un test di Eidd-2801 sull'influenza, lo studioso aveva lanciato il suo ultimo allarme. L'eventuale diffusione di un nuovo coronavirus nella popolazione umana dagli animali, ha scritto, «ha dimostrato di poter causare epidemie estese, con potenziale addirittura pandemico, e di provocare malattie gravi».

Ma c'è anche un luminare italiano che segue questa pista, è il professor Guido Silvestri ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia ed Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center e membro dell'Emory Vaccine Center.

"Alla Emory stiamo sviluppando un farmaco orale contro COVID-19", spiega lo scienziato in uno dei suoi interventi sulla sua pagina Facebook e ha anche avvalorato le tesi di Baric per il quale ha scritto, in un decalogo dedicato a questa emergenza, che "Baric sta ai coronavirus come Maradona sta al calcio".

Che possa essere la volta buona incoraggia il fatto che nessuno dei più eminenti virologi abbia smentito la notizia e che la news non stia circolando su WhatsApp.

L.P.
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