A mezzanotte (le ore 23 in Gran Bretagna) scatta la Brexit. A più di tre anni e mezzo dal referendum del 2016 arriva l'ora X, Londra e l'Unione europea si separano.

Non cambierà molto a partire da domani, giorno in cui inizia la transizione soft prima del vero e proprio distacco, fissato per il 31 dicembre 2020. Londra e Bruxelles manterranno lo status quo per l'intero 2020, in attesa di negoziare le relazioni futuro sul commercio e su tutto il reesto.

I 73 seggi del Regno Unito all'Europarlamento verranno redistribuiti in parte (46, di cui tre all'Italia) tra i gli altri Paesi, in parte (27) verranno tenuti sospesi per i prossimi soci bancanici. Londra rinuncia al suo commissario, il premier Boris Johnson e i suoi ministri non parteciperanno più ai consigli europei.

Uno dei temi più delicati riguarda i 3,6 milioni di cittadini di Paesi Ue (400mila italiani) residenti in Gran Bretagna e gli 1,2 milioni di britannici sparsi per il Vecchio continente. Per loro non dovrebbe cambiare molto, è per chi vuole andarci ora che sarà tutto più difficile, perché dal 2021 scatta lo stop alla libertà di movimento.

IL PREMIER - "L'alba di una nuova era". Così parlerà Boris Johnson nel discorso di questa sera alla nazione, anticipato in parte da Downing Street.

"Stanotte non segna una fine, ma un inizio, un momento in cui spunta l'aòba e si alza il sipario per un nuovo atto".

"Il nostro lavoro come governo, il mio lavoro, è ora di riunire questo Paese e di portarlo avanti. La cosa più importante da dire è che questa notte non segna una fine, ma un inizio. Un momento di rinnovamento e cambiamento reale per il Regno. Questa è l'alba di una nuova era in cui non possiamo più accettare che le opportunità della vostra vita, della vostra famiglia, debbano dipendere da quale parte del Paese siate nati. Questo è il momento in cui noi iniziamo ad unirci per andare oltre".

(Unioneonline/L)
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