Il generale Khalifa Haftar lancia l'appello alla jihad.

Il comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ha detto ai libici di armarsi in risposta ad un possibile intervento militare della Tuchia di Erdogan, che vuole rafforzare il governo di Tripoli sostenuto dall'Onu e guidato da Fayez al Sarraj.

Giovedì il Parlamento di Ankara ha dato il via libera all'invio di truppe in Libia su richiesta del governo Sarraj.

"Noi accettiamo la sfida e dichiariamo la jihad e una chiamata alle armi", ha detto Haftar in un discorso trasmesso in tv, nel corso del quale ha esortato "tutti i libici" ad armarsi. "Uomini e donne, soldati e civili, per difendere la nostra terra e il nostro onore".

"Non è più una questione di liberare Tripoli dalle milizie - ha rimarcato il generale - ma di affrontare un colonizzatore che vuole riprendere il controllo della Libia e schiavizzare il nostro popolo". La Libia infatti è una ex provincia dell'Impero Ottomano. e Haftar ha duramente attaccato Sarraj, "tra i traditori che hanno firmato un accordo di sottomissione, umiliazione e vergogna".

Continuano intanto gli appelli alla pace. "Non esiste una soluzione militare alla crisi libica", ha ribadito Macron in una telefonata a Erdogan. Il presidente francese ha insistito sulla "necessità di evitare ogni escalation legata ad un aumento delle interferenze militari esterne e ha sottolineato la necessità di consolidare il consenso internazionale sulla conferenza di Berlino", per ottenere "un cessate il fuoco credibile e un'uscita dalla crisi attraverso il ritorno ad un processo politico sotto l'egida dell'Onu".

L'8 gennaio si terrà al Cairo, in Egitto, un incontro per discutere della crisi libica. Tra gli invitati anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

(Unioneonline/L)
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