Argentina al voto in un clima di grande tensione.

Il presidente di centrodestra Mauricio Macri chiede con la coalizione "Insieme per il cambiamento" una riconferma: a sfidarlo il "Fronte di tutti" del peronista di centrosinistra Alberto Fernández, accompagnato dalla ex capo di Stato Cristina Fernández de Kirchner, che viene dato in vantaggio nei sondaggi.

Intanto il Paese sudamericano sta affrontando una crisi economica pesantissima, con inflazione, povertà e disoccupazione ai massimi storici.

Secondo l'Indec (l'Istat argentino), l'indebitamento in dollari è raddoppiato nell'ultimo biennio, ed era a giugno di 283.500 milioni, ossia il 58% del Pil. Dopo la recente nuova svalutazione del peso, lo scenario potrebbe essere peggiorato.

Recentemente il Banco centrale ha speso 22.800 milioni di dollari per frenare l'apprezzamento della moneta statunitense.

Se ad affermarsi dovesse essere il peronismo di centrosinistra, l'Argentina raggiungerebbe Messico ed Uruguay nella politica di non ingerenza negli affari interni di altri Paesi, rilanciando l'obiettivo di un'America latina meno soggetta alle esigenze geostrategiche statunitensi.

(Unioneonline/M)
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