Salvataggio in extremis, questa mattina al largo della Libia, di circa 100 migranti che, stipati su un gommone, stavano finendo alla deriva rischiando di affondare. Ma Matteo Salvini ha già firmato il divieto d'ingresso nelle acque italiane per l'imbarcazione.

Fra i soccorsi, dalla nave Mare Jonio di Mediterranea saving humans, anche 26 donne di cui almeno 8 incinte, 22 bambini di meno di 10 anni e almeno altri 6 minori.

"Abbiamo individuato il loro gommone, sovraffollato - ha spiegato la ong - alla deriva e con un tubolare

già sgonfio con il nostro radar, e per fortuna siamo arrivati in tempo per portare soccorso".

"Le persone - sottolinea Mediterranea - sono tutte al sicuro a bordo con noi, ci sono casi di ipotermia e alcune di loro hanno segni evidenti dei maltrattamenti e delle torture subite in Libia. Fuggono tutte dall'inferno. Restiamo ora in attesa di istruzioni dal centro di coordinamento marittimo italiano, cui ci siamo riferiti mentre ancora il salvataggio era in corso, in quanto nostro Mrcc (Centro di coordinamento marittimo, ndr) di bandiera".

La nave fa infatti riferimento all'armatore triestino Alessandro Metz, che si è dichiarato soddisfatto "per essere riusciti a salvare circa cento persone di cui una buona parte sono bambini". In questo momento, ha spiegato, "ci sono dei bambini e delle bambine che sono vivi. Ci sono uomini e donne che non sono morti annegati. Il resto lo vedremo nelle prossime ore sulla base di come evolve la situazione".

In realtà, ha poi chiarito la ong, "alla nostra richiesta di istruzioni" il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano "ha risposto come sempre di riferirci alle 'autorità libiche'. Abbiamo replicato che sarebbe impossibile per noi riferirci alle forza di un paese in guerra civile dove si consumano tutti i giorni torture e trattamenti inumani e degradanti, rispetto alla sorte delle persone soccorse, ora a bordo di una nave battente bandiera italiana, e la cui sicurezza e incolumità ricade sotto la nostra responsabilità".

"Abbiamo reiterato pertanto all'Italia - aggiunge la ong - la richiesta di istruzioni compatibili col diritto internazionale del mare e dei diritti umani".

E con riferimento ai migranti messi in salvo, mediterranea specifica: "Ventidue sono bambini, alcuni piccolissimi: naufraghi col ciuccio in bocca. 26 sono donne, di cui 8 incinte. Il gommone da cui per fortuna le abbiamo tratte era alla deriva, con un tubolare già sgonfio. Le abbiamo viste sul radar e siamo arrivati in tempo. Siamo arrivati in tempo: le quattro parole più belle del mondo. Viva Mediterranea, viva la Mare Jonio, che oggi è la nave dei bambini".

Perché venga al più presto trovato un porto sicuro per la nave, è intervenuta anche Save The Children.

"I tantissimi bambini piccoli e donne incinte salvate in extremis stamane dalla nave Mare Jonio - afferm Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children - mentre il gommone su cui erano stipati si stava sgonfiando, sono la conferma che le attività di ricerca e soccorso sono indispensabili per evitare questa tragedia inaccettabile che continua ad avvenire davanti ai nostri occhi. Bisogna intervenire tempestivamente per evitare altre morti assurde, prima di ogni altra considerazione su ciò che ha spinto queste mamme con i loro bambini a rischiare la vita per raggiungere un posto sicuro o sulle differenti posizioni che si possono avere sul fenomeno migratorio".

Ma Matteo Salvini ha disposto per l'imbarcazione il divieto d'ingresso in acque italiane.

CASO ELEONORE - Nel frattempo la Commissione europea ha avviato il coordinamento per il ricollocamento dei migranti a bordo della nave umanitaria tedesca Eleonore. L'annuncio è della portavoce della Commissione europea per la Migrazione, Natasha Bertaud. Il coordinamento è iniziato

su input della Germania, ed i contatti sono in corso. Il ricollocamento sarà possibile solo una volta che i migranti saranno fatti sbarcare.

(Unioneonline/v.l.)
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