Resta alta la tensione in Venezuela, dopo che il leader dell'opposizione Juan Guaidò si è autoproclamato presidente, pretendendo la deposizione di Nicolas Maduro.

Quest'ultimo ha prontamente reagito, presentandosi in tv alla nazione, definendo la pretesa di Guaidò un "tentativo di colpo di Stato" e il rivale un "burattino manovrato dagli Stati Uniti".

Dal canto proprio, il presidente dell'Assemblea nazionale ha chiamato a raccolta il popolo, annunciando una nuova "grande mobilitazione" contro il successore di Hugo Chavez.

Juan Guaidò (Ansa)
Juan Guaidò (Ansa)
Juan Guaidò (Ansa)

"Chiederemo - ha detto Guaidò - che cessi l'usurpazione, che vi siano un governo di transizione ed elezioni

libere". "Il regime - ha aggiunto - pensa che il movimento si sgonfierà, che ci stancheremo. Ma

qui nessuno si stanca, nessuno si arrende".

Intanto, la questione venezuelana arriva davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunirà oggi proprio per affrontare la questione.

Già delineati gli schieramenti: a favore del cambio al vertice si sono già espressi gli Usa, insieme ad altre nazioni dell'America Latina, come Brasile e Colombia. Russia, Iran e Turchia, invece, difendono le ragioni di Maduro.

(Unioneonline/l.f.)
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