Doveva essere il giorno della verità, e invece il salvataggio del bimbo caduto nel pozzo in Spagna subisce una nuova battuta d'arresto.

A Totalán, nei pressi di Malaga in Spagna, i soccorritori avrebbero oggi dovuto raggiungere il bimbo bloccato da più di una settimana a 70 metri di profondità in un pozzo largo appena 25 centimetri, ma nel corso delle operazioni i minatori hanno avuto un nuovo problema.

A spiegarlo il quotidiano locale "Lavanguardia", secondo cui la squadra di soccorritori al lavoro per salvare Julen è stata costretta ad interrompere le operazioni per allargare il tunnel verticale terminato solo ieri. I tubi di metallo necessari al rivestimento della galleria si è scoperto stamattina erano infatti di dimensioni maggiori rispetto alla galleria stessa, cosa che impedisce alla squadra di minatori di scendere fino alla profondità richiesta per iniziare a scavare manualmente il tunnel di collegamento tra il nuovo pozzo e quello in cui si dovrebbe trovare il piccolo Julen.

Gli stessi soccorritori hanno ora deciso di non diffondere nuove previsioni sui tempi in cui verranno portate a termine tutte le operazioni necessarie per raggiungere la posizione in cui si pensa si trovi il piccolo.

I soccorritori lavorano h 24, dallo scorso 13 gennaio, per cercare di salvare il bimbo.

Ieri sera è stata completata la perforazione di un tunnel parallelo al pozzo di prospezione in cui è precipitato Julen mentre stava giocando.

È durata 55 ore, spiega El Pais, molte di più rispetto alle 15 inizialmente previste.

Ora bisogna scavare un tunnel orizzontale a mani nude per collegarsi al pozzo in cui è caduto e raggiungere il bambino.

I soccorritori hanno dovuto scavare un tunnel parallelo perché quello in cui è caduto il bimbo di due anni e mezzo è troppo stretto per potercisi infilare. E perché i macchinari con telecamere calati giù sono stati bloccati da una frana a un'altezza di circa 70 metri. Il pozzo è profondo 110 metri e ha un diametro di 25 centimetri appena.

I soccorritori hanno scavato il tunnel parallelo ad una profondità di 72 metri, sperano di trovarlo lì, a quell'altezza. E nonostante i nove giorni passati dal tragico incidente sperano anche di trovarlo ancora in vita: "Si può resistere fino a dieci giorni in quelle condizioni", dicono.

I genitori di Julen, Victoria e José sono assistiti da un'equipe di psicologi: neanche due anni fa hanno perso un figlio di tre anni, stroncato da un infarto improvviso durante una passeggiata.

E in Spagna si vivono giorni simili a quelli che abbiamo vissuto noi in Italia nel 1981, quando Alfredino Rampi, sei anni, precipitò in un pozzo artesiano a Vermicino. Un intero Paese col fiato sospeso per quattro giorni. Quella volta finì male per il bimbo.

(Unioneonline/L - v.l.)
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