"Le misure contenute nell'ultimo Dpcm sono un passo avanti, ma non sufficiente per affrontare la circolazione del virus in questo momento". Sono le parole del consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, che arrivano come una doccia gelata su un paese già stremato dal precedente lockdown e che ancora fatica a digerire le ultime restrizioni annunciate ieri dal premier Conte.

"Le misure - ha aggiunto Ricciardi - vanno prese in modo proporzionato alla circolazione del virus e il virus in questo momento in alcune aree del nostro Paese dilaga incontrollato".

Di parere contrario il direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, Massimo Clementi.

"Nei confronti del nuovo dpcm il pollice è alto", spiega in un in'intervista rilasciata a "Il Fatto Quotidiano". "Con i numeri che stanno circolando credo che alcune di queste misure possano rivelarsi efficaci. Quello di una settimana fa era troppo blando. Rimane il tema dei trasporti, settore molto critico: abbiamo 20mila autobus turistici privati fermi con altrettanti autisti disoccupati, non capisco perché non vengano utilizzati". Secondo Clementi la situazione è complessa, ma non è drammatica come in passato: "Il tasso di ospedalizzazione non è quello di marzo e siamo diventati più bravi sia a curare sia a diagnosticare". Però "portiamo troppe persone in ospedale, questo fa andare in tilt il sistema sanitario. La medicina del territorio va recuperata, potenziata" e attivare "subito strutture di degenza alternative" come negli hotel chiusi per mancanza di turismo.

"Dobbiamo essere consapevoli della serietà della situazione - ha ancora specificato - ma allo stesso tempo non dobbiamo spaventarci perché nel momento del terrore si perde la lucidità per affrontare la sfida. Io critico anche i colleghi che accentuano con toni terroristici. Ricordo sempre che i decessi sotto i 40 anni sono l'1% e che la stragrande maggioranza dei morti sono 80enni con altre patologie. Bisognerebbe pensare a politiche di maggiore tutela per gli anziani in questa fase, per prevenire il rischio del contagio a chi è più esposto ad effetti drammatici".

"Fino al vaccino - afferma ancora - ci saranno ondate più o meno violente, fino a che il virus da epidemico diventerà endemico: per questo potrebbero passare anche anni. Per avere una produzione capace di coprire tutto il fabbisogno serviranno ancora diversi mesi e di sicuro non sarà disponibile per tutti subito". (Unioneonline/v.l.)
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