Non è un lockdown ma poco ci manca. Saracinesce giù, pochissima gente in strada e tanta paura in un quartiere di La Spezia, dove nelle ultime due settimane si è sviluppato un enorme focolaio di SarsCov2.

Anche ieri si sono registrati altri 88 contagi, solo a Roma e Napoli ci sono dati peggiori, ma si tratta di due città che hanno milioni di abitanti rispetto alla cittadina ligure che ne ha appena 92mila. Quasi mille i positivi accertati nelle ultime due settimane. Un numero enorme, un focolaio su cui ha aperto un'inchiesta anche la Procura.

Nel quartiere Umbertino c'è il coprifuoco, con divieto di assembramento e obbligo di chiusura a mezzanotte per locali e ristoranti. Poco distante, in centro, la vita prosegue tranquillamente.

"Nell'area in questione è impossibile assicurare il rispetto della distanza interpersonale di un metro", così il comune giustifica l'ordinanza di fronte alle proteste del quartiere. "Tutta Spezia è zona rossa, il Covid non sa leggere il nome delle strade", si legge su alcuni fogli di protesta affissi dalla comunità locale.

Gli abitanti dell'Umbertino si sentono discriminati per la zona rossa disposta dall'amministrazione comunale. E accusano il sindaco: "La festa più grande l'ha organizzata lui, basta vedere le date dell'aumento dei contagi per capire che dopo quella notte sono aumentati di molto", dicono, riferendosi ai festeggiamenti per la promozione in Serie A della squadra di calcio del La Spezia.

Ma Regione e comune si giustificano col fatto che la metà circa dei contagi si registra nella zona. Oltre alla festa per la Serie A a finire sotto accusa anche una grande festa che si è tenuta a Ferragosto nella vicina Carrara, cui hanno partecipato centinaia di dominicani, che proprio nel quartiere dell'Umbertino hanno la comunità più importante in Italia.

(Unioneonline/L)
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