Improvvisamente e senza alcun motivo ha afferrato una tazza di caffè bollente e l'ha lanciata addosso a un'agente della Polizia penitenziaria.

Poi ha cercato di scagliarsi contro la poliziotta per infierire, ma la prontezza di riflessi delle colleghe ha scongiurato il peggio.

E' accaduto nel carcere di Perugia e la vicenda ha innescato una dura presa di posizione del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, che non si limita a chiedere provvedimenti per la responsabile dell'aggressione, in cella per scontare una condanna per omicidio (scadenza al 2031) e, sembra, affetta da problemi psichiatrici.

"Quel che è accaduto - dice Donato Capece, segretario nazionale Sappe - è un fatto di una violenza inaccettabile. E ci ricorda per l'ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato". "Rinnoviamo - prosegue Capece -, alla luce del grave fatto accaduto a Perugia, la richiesta di un incontro con i vertici del ministero della Giustizia e dell'Amministrazione penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale in servizio".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata