I pm di Bergamo sentiranno, come persone informate sui fatti, il premier Giuseppe Conte e i ministri della Salute Roberto Speranza e dell'Interno Luciana Lamorgese. L'audizione verterà sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo.

Questa mattina i parenti delle vittime da coronavirus che oggi hanno presentato le prime 50 denunce per avere "verità e giustizia" per i loro cari hanno chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando sarà a Bergamo il prossimo 28 giugno.

I rappresentanti del comitato "Noi denunciamo" hanno in preparazione almeno altri 200 esposti "non contro i sanitari che hanno fatto il possibile ma contro i politici che non hanno fatto altro che raccontare bugie".

A Bergamo sono aperte numerose inchieste sulla morti da Covid.

"Ci sono responsabilità politiche", ha detto il presidente e fondatore del Comitato "Noi denunceremo", Luca Fusco, "la prima è quella di non aver chiuso la Valseriana quando doveva essere chiusa, cioè il 23 febbraio, lasciando trascorrere 15 criminali giorni fino all'8 marzo quando la Regione Lombardia è diventata zona arancione: per 15 giorni noi bergamaschi abbiamo viaggiato, lavorato, bevuto il caffè e fatto gli aperitivi e a quel punto il virus ha circolato senza problemi. Sono anche convinto che se ci fosse stata la chiusura tempestiva della zona rossa nella provincia di Bergamo forse non avremmo dovuto chiudere tutta la Lombardia. E probabilmente avremmo evitato il lockdown italiano".

"Noi non puntiamo il dito contro nessuno - ha concluso - le denunce sono contro ignoti: ci penserà la Procura, con un indagine che si profila lunga e difficile a individuare le responsabilità"

(Unioneonline/F)
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