Ha riaperto i battenti questa mattina dopo 104 giorni di chiusura e si è subito trovato di fronte un sospetto caso di Covid-19.

Parliamo del pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, chiuso la notte tra il 20 e il 21 febbraio, una volta accertato il primo caso di positività al coronavirus in Italia, quello del 38enne Mattia. Il primo avamposto della lotta allo tsunami che negli ultimi tre mesi e mezzo ha devastato l'Italia.

Ora il pronto soccorso è ovviamente molto più organizzato. Termoscanner all'entrata, triage, ingresso vietato ai parenti e percorsi distinti per pazienti Covid e non. Il sospetto positivo è stato subito instradato su un percorso dedicato che lo isola dagli altri malati. E' stato sottoposto a tampone, l'esito è già arrivato - in appena 45 minuti - ed è negativo.

"Abbiamo riaperto perché adesso siamo in condizioni di garantire sicurezza ai pazienti, agli operatori e al territorio", ha dichiarato il direttore del dipartimento emergenza e urgenza dell'Asst di Lodi Stefano Paglia.

In mattinata sono stati registrati una ventina di accessi, tra cui il sospetto Covid (poi rivelatosi positivo) e un'anziana positiva conclamata al virus, trasferita in ambulanza da una casa di riposo.

Paglia ricorda ancora la sera del 20 febbraio: "Ho sentito una forte presenza dello Stato. Immediatamente sono state convocate l'unità di crisi aziendale, regionale e prefettizia, e si è deciso di chiudere il pronto soccorso. Già quella sera subito dopo l'accertamento di paziente 1 e paziente 3 abbiamo avuto la certezza di essere nel pieno di un'epidemia

(Unioneonline/L)
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