"Il Mar Mediterraneo, frontiera di pace". Papa Francesco torna a Bari per l'incontro coi vescovi del Mediterraneo, e fa un lungo discorso di sostegno all'immigrazione e di condanna ai populismi.

Poche mascherine tra i tanti presenti, la psicosi coronavirus ancora non ha attecchito nel Sud Italia.

"Non accettiamo mai che chi cerca speranza per mare muoia senza ricevere soccorso o che chi giunge da lontano diventi vittima di sfruttamento sessuale, sia sottopagato o assoldato dalle mafie", afferma il Pontefice.

"I populismi - aggiunge - mi fanno paura, mi ricordano gli anni '30 e i discorsi che seminavano paura e odio. Certo, l'accoglienza e una dignitosa integrazione sono tappe di un processo non facile, ma è impensabile affrontarlo innalzando muri perché in tal modo ci si preclude l'accesso alla ricchezza di cui l'altro è portatore e che costituisce sempre un'occasione di crescita".

Ancora: "Il numero di questi fratelli che fuggono dalla guerra o in cerca di una vita degna dell'uomo è andato aumentando a causa dell'incremento dei conflitti e delle drammatiche condizioni climatiche e ambientali di zone sempre più ampie".

"Siamo consapevoli - afferma il Santo Padre - che in diversi contesti sociali è diffuso un senso di indifferenza e perfino di rifiuto, che fa pensare all'atteggiamento, stigmatizzato in molte parabole evangeliche, di quanti si chiudono nella propria ricchezza e autonomia, senza accorgersi di chi sta invocando aiuto. Si fa strada un senso di paura che porta ad alzare le proprie difese davanti a quella che viene strumentalmente dipinta come un'invasione".

A causare radicalismi e terrorismo sono anche "inadempienza, la debolezza della politica e il settarismo". Il Papa rimprovera una comunità internazionale che "si è fermata agli interventi militari, invece di costruire istituzioni che garantiscano uguali opportunità e luoghi in cui i cittadini possano farsi carico del bene comune".

"Non c'è alternativa sensata alla pace - ricorda Bergoglio - perché ogni progetto di sfruttamento e supermazia abbruttisce chi colpisce e chi ne è colpito, e rivela una concezione miope della realtà".

Infine, nel ricordare le guerre in corso nei vari Paesi del mondo, lancia l'allarme sul "pericolo di soluzioni non eque, e quindi foriere di nuove crisi" per quanto riguarda il conflitto tra israeliani e palestinesi.

(Unioneonline/L)
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