Francesco Bellomo è stato posto agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti nei confronti di quattro allieve, tre borsiste e una ricercatrice.

È anche indagato per i reati di calunnia e minaccia ai danni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per i fatti che risalgono al 2017, quando il premier era vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministativa e presidente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi sul 49enne barese.

Ex magistrato del Consiglio di Stato, docente e direttore scientifico di alcuni corsi post universitari di Bari legati alla preparazione al concorso in magistratura, "imponeva minigonne e dress code alle vittime".

A questo va aggiunta la presunta estorsione aggravata ai danni di un'altra ragazza, alla quale è stato impedito di partecipare ad una trasmissione televisiva perché "incompatibile con il mestiere di magistrato". Se non avesse fatto come diceva lui, le avrebbe revocato la borsa di studio.

Stessa sorte sarebbe toccata a chi avesse intrattenuto rapporti con partner che non avevano raggiunto il punteggio secondo il suo standard. Tra gli obblighi imposti, anche il "divieto di contrarre matrimonio", pena la decadenza delle borse di studio.

Bellomo, oltretutto, approfittava della sua posizione per selezionare e "reclutare" allieve nei confronti delle quali nutriva interesse personale.

(Unioneonline/M)
© Riproduzione riservata