La Lega salva Radio Radicale, votando in commissioni congiunte Bilancio e Finanze alla Camera un emendamento del Pd che prevede un finanziamento di tre milioni per il 2019 all'emittente.

E la cosa fa andare su tutte le furie Luigi Di Maio.

Questi tre milioni salvano, almeno per quest'anno, la storica radio che rischiava la chiusura.

"Oggi la maggioranza di governo si è spaccata, per la prima volta", ha scritto amaramente il vicepremier pentastellato.

Che parla di "ennesimo regalo" a un'emittente che negli anni ha ricevuto già "250 milioni di euro di soldi pubblici, pur essendo una radio privata".

"Una cosa gravissima - attacca Di Maio - di cui la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd".

"Dopo di che - aggiunge - con il governo si va avanti".

Una lunga serie di inesattezze da parte del vicepremier. A partire dalla "prima" spaccatura nella maggioranza, che non sembra essere proprio la prima. Ma anche, soprattutto, sui fondi pubblici a una radio privata, sulla "pioggia di soldi ingiustificata".

Radio Radicale infatti, è titolare di una convenzione - stipulata nel 1994 e da allora sempre rinnovata - che le garantisce 10 milioni all'anno per trasmettere integralmente le sedute parlamentari. Dunque svolge un servizio pubblico, riconosciuto come tale dallo Stato che ai tempi fece un bando.

Salvini dal canto suo si dice sicuro che "tutto sarà chiarito" con l'alleato (d'altronde Di Maio trema al solo pensare di andare al voto), e spiega le ragioni della sua scelta: "Ho sempre detto che non si chiude una radio, un giornale, una televisione, con un emendamento o un tratto di penna: bisogna lasciare tempo e rispettare il lavoro fatto".

(Unioneonline/L)
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