Sorpresa, è Maurizio Belpietro a salvare l'Unità.

Il fondatore e direttore de La Verità, notoriamente di posizioni conservatrici, firmerà il numero del 25 maggio dello storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

L'Unità non è in edicola da un paio di anni, ma l'editore - Pessina Costruzioni - è obbligato a pubblicare almeno un numero all'anno per evitare che decada la testata.

Il 25 maggio dell'anno scorso il quotidiano era tornato - per un giorno - nelle edicole di Roma e Milano, per lo stesso motivo per cui ci ritorna sabato.

"L'ho fatto per la libertà di stampa", afferma Belpietro. "Conosco gli editori, mi hanno chiesto se potevo firmarla: pur non condividendo nulla di quanto è mai stato scritto su quel giornale, ho accettato".

"Un insulto alla storia gloriosa del quotidiano fondato da Antonio Gramsci", tuona il deputato di LeU Roberto Speranza. Ma ad andare su tutte le furie, oltre al mondo della sinistra, è il comitato di redazione (cdr) della testata.

"L'ultimo affronto alla storia del quotidiano è arrivato all'improvviso questo pomeriggio, senza alcuna comunicazione da parte dell'amministratore delegato, quando in redazione era in chiusura il numero speciale realizzato per evitare la decadenza della testata", recita il comunicato del cdr.

"Un gesto gravissimo - tuona ancora il cdr - un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle regole contrattuali".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata