Sono scesi tutti e 47 i migranti a bordo della Sea Watch 3. Tra abbracci e sorrisi, l'unico infuriato è Matteo Salvini.

Che aveva garantito: "Fino a quando sono ministro io quella nave in un porto italiano non entra e non sbarca nessuno".

La Sea Watch si era addentrata in acque italiane, e a sbloccare la situazione e far scendere i migranti ci ha pensato la Procura di Agrigento che, assieme alla Guardia di Finanza, ha sostanzialmente lanciato il guanto di sfida al ministro.

D'altronde il comandante Artuto Centore aveva fatto sapere che la situazione a bordo era di assoluta emergenza. Anche la portavoce di Sea Watch Italia aveva chiesto di far sbarcare subito i migranti e poi provvedere alla redistribuzione tra i Paesi Ue.

Questo pomeriggio le motovedette della Finanza hanno notificato al comandante dell'imbarcazione i decreti di sequestro e perquisizione, "previo sbarco dei migranti per il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata", e scortato in porto la nave, facendo scendere a terra i 47 naufraghi (18, i bimbi con le famiglie e una donna gravemente ustionata, erano già scesi nei giorni scorsi).

Salvini è su tutte le furie e precisa, lo sbarco è contro la sua volontà: "Questo procuratore è quello che ha indagato me per sequestro di persona. Approfondiremo la possibilità di valutare il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per chiunque agevoli lo sbarco in Italia di migranti portati da una nave illegale e fuorilegge. Il mio parere favorevole allo sbarco non c'è e non ci sarà mai. Difendo i confini e la sicurezza degli italiani".

Pare che ad autorizzare lo sbarco sia stato Toninelli (notizia smentita da fonti M5S), e Salvini avverte: "Se qualche ministro ha dato l'autorizzazione ne risponderà davanti agli italiani".

Giorgia Meloni, dal canto suo, chiede di "affondare la nave".

E Di Maio: "Il sequestro non credo sia un espediente per far sbarcare i migranti, evitiamo scontri con la magistratura che non fanno bene al Paese. La soluzione è sempre la redistribuzione, le chiese valdesi di tutta Europa si sono dette disponibili ad aiutare".

La portavoce di Sea Watch Italia Giorgia Linardi, afferma senza mezzi termini: "È la dimostrazione che i porti in Italia non sono chiusi".

(Unioneonline/L)
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