Cesare Battisti ha ammesso i suoi crimini; l’ex terrorista dei Pac, arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza e interrogato nel weekend dai pm nel carcere di Oristano, ha ammesso di essere responsabile dei quattro omicidi per cui è stato condannato.

A riferirlo il procuratore di Milano, Francesco Greco, che ha spiegato come Battisti abbia "ammesso tutti gli addebiti, ossia i quattro omicidi, tra cui due di cui è stato esecutore". In particolare, Battisti ha confessato di aver sparato alla guardia carceraria Antonio Santoro e di aver ucciso il poliziotto Andrea Campagna. Ha infine gambizzato il medico Diego Fava. Ha invece solo partecipato agli altri due omicidi di cui sta scontando l'ergastolo, ad altre due azioni per gambizzare gli obiettivi prescelti e infine a diverse rapine e furti.

L'ammissione di Cesare Battisti, secondo Greco, "fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell'ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni '70 in modo efferato".

Cesare Battisti, interrogato da Oristano "ha sostenuto che era una guerra giusta", spiega il pm Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo, quella portata avanti quando aveva 22 anni, ma ora dopo 37 anni di latitanza e l'arresto in Bolivia, "ha chiesto scusa per il dolore che ha arrecato ai familiari".

Cesare Battisti, è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente e due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979 il primo a Milano e il secondo a Mestre, e quello dell'agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

Battisti fino ad oggi si era sempre dichiarato innocente.

(Unioneonline/v.l.)
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