Dopo quasi sei ore di camera di consiglio i giudici della Cassazione hanno confermato la condanna definitiva per l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, riducendo la pena a 5 anni e dieci mesi.

Formigoni andrà quindi in carcere.

L'accusa per lui è di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sui fondi neri della Fondazione Maugeri e dell'ospedale San Raffaele di Milano.

IL PROCESSO - In primo grado, nel 2016, Formigoni era stato condannato a 6 anni di carcere con l'interdizione dai pubblici uffici; la sentenza era stata confermata in appello, con un aumento della pena.

Nelle motivazioni i giudici avevano spiegato che Formigoni aveva meritato la pena massima prevista perché i fatti avevano "profili di gravità, oggettivi e soggettivi".

Oggi, in suo favore, i giudici hanno ritenuto prescritto un capo di imputazione riguardante la corruzione rispetto al fallimento del San Raffaele.

Ora la decisione della Suprema Corte sarà trasmessa alla procura generale di Milano per l'esecuzione della pena.

I FATTI - Risalgono al periodo tra il 1997 e il 2011, quando Formigoni era governatore della Lombardia.

Secondo l'accusa, avrebbe fatto in modo, attraverso alcune delibere di Giunta, di favorire le due strutture sanitarie in cambio di favori personali, come le ormai famose vacanze in yacht con l'ex assessore alla Sanità Antonio Simone e il businessman Pierangelo Daccò. Questi ultimi sono usciti dal processo d'appello lo scorso anno, patteggiando la pena; per l'ex governatore, invece, la Procura ha respinto la richiesta.

LE ALTRE CONDANNE - I giudici hanno anche confermato la condanna a 7 anni 7 mesi per Costantino Passerino, ex direttore generale della Fondazione Maugeri, e a 3 anni e 4 mesi per l'imprenditore Carlo Farina.

(Unioneonline/s.a.)
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