Un nuovo comunicato stampa per polemizzare con Salvini e chiarire alcuni aspetti dell'operazione contro la mafia nigeriana, che si è conclusa nella serata del 5 dicembre, un giorno e mezzo dopo il tweet con cui il ministro dell'Interno - a detta del procuratore Armando Spataro - aveva rischiato di compromettere le operazioni.

Che in effetti si sono concluse con ben sei latitanti su 15 che sono riusciti a scappare.

"Facendo seguito a notizie imprecise diffuse in precedenza, si ritiene opportuno specificare quanto segue ai fini di una corretta informazione che ora può essere fornita essendosi concluse solo ieri sera le attività delegate da questo ufficio alla Squadra Mobile della Questura di Torino", recita il comunicato della Procura torinese.

In effetti, come twittato da Salvini alle 8.57 del 4 dicembre, il gip aveva emesso 15 ordinanze di custodia cautelare, 14 in carcere e una ai domiciliari. Tuttavia l'associazione mafiosa era contestata solo a nove degli indagati, pertanto non erano "15 mafiosi nigeriani", come aveva scritto il ministro.

"Di questi - si legge ancora - sono stati arrestati sei indagati per associazione di stampo mafioso e tre per gli altri reati. Altri sei indagati sono rimasti latitanti".

Inoltre, "le operazioni si sono concluse solo ieri sera (non prima) a Padova, dove è stata eseguita una delle misure predette".

Alla fine del comunicato Spataro spiega i motivi del duro attacco a Salvini di due giorni fa. "La Procura della Repubblica di Torino, unica competente in ordine alla direzione delle indagini, al rilascio della delega per l'esecuzione di provvedimenti cautelari e alla gestione ed autorizzazione alla diffusione delle informazioni, ha potuto emettere solo nella mattinata odierna il presente comunicato stampa per non compromettere l'esito delle operazioni che non si erano concluse la mattina del 4 dicembre".

In parole povere, la Procura ha mantenuto il silenzio sia il 4 che il 5 dicembre per non mettere a rischio il blitz contro i nigeriani. Sei dei quali, infatti, sono riusciti a scappare.

IL PRECEDENTE - Del resto c'è un precedente importante, su cui proprio Salvini prese posizione attaccando il ministro dell'Interno angelino Alfano che twittò così: "Individuato l'assassino di Yara Gambirasio". Il leader della Lega all'epoca disse: "Un ministro dell'Interno che twitta su indagini in corso non merita commenti. Il fatto in sé la dice tutta sul personaggio".

(Unioneonline/L)
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