Al figlio è stato comunicato che la propria madre, ricoverata all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari, era morta. "Se volete - avrebbe aggiunto il medico - potete dare il consenso per la donazione degli organi".

I familiari della donna, che vive a Uri, profondamente addolorati sono tornati a casa, hanno organizzato il funerale e concordato col parroco, che ha fatto suonare le campane a morto, orari e modalità per il rito.

Poi il colpo di scena: la nonnina è ancora viva. Grave ma in vita, e si trova nel reparto di Rianimazione dello stesso ospedale.

Un terribile equivoco, che si è risolto in qualche ora, ma che sta creando sgomento e sul quale interviene anche l'Azienda ospedaliero universitaria: "Ci scusiamo con la famiglia della signora - dice in una nota Nicolò Orrù, direttore sanitario dell'Aou di Sassari - che ora si trova ricoverata in Rianimazione. Per questo motivo nessuna richiesta di donazione è mai stata fatta alla famiglia. Mentre, considerate le gravissime condizioni, l'ipotesi prospettata dal medico del reparto è stata presa come un dato di fatto che, nell'interesse della paziente e dei familiari, ci auguriamo non avvenga".

La procedura per la richiesta di disponibilità alla donazione, spiega l'Azienda, può essere fatta solo in presenza di diagnosi di morte cerebrale: "Circostanza che non è mai avvenuta".

"Questa - aggiunge Paola Murgia, rianimatore dell'Aou e referente per i trapianti a Sassari - avviene attraverso un percorso di accertamento che vede impegnata una commissione apposita, formata da un anestesista, un neurologo e un medico di direzione medica o medico legale. Nel caso specifico - sottolinea - al momento non sussistono i criteri clinici e strumentali per una diagnosi di questo tipo".

(Unioneonline/s.s.)
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