Arrivano a intervalli regolari di 10 minuti, entrano nel cortile, prelevano le buste della spesa e vanno via subito per lasciare spazio ad altre famiglie.

La Caritas funziona come un orologio svizzero, per evitare assembramenti e fare in modo che tutti possano portare a casa il necessario per tirare avanti.

"Telefoniamo ogni mattina ai nuclei familiari che già seguiamo da tempo - spiega la direttrice, Giovanna Lai - e diamo loro orari molto precisi raccomandando a tutti di essere puntualissimi, la disciplina è assolutamente necessaria per evitare assembramenti e contatti troppo ravvicinati".

Ma la fame cresce e fa saltare le regole: "Il problema è che, ogni giorno, si aggiungono nuove famiglie - continua la direttrice - e quindi ci troviamo quotidianamente a far fronte a questa pesante ondata di emergenza: i poveri del lockdown, gente che lavorava in nero e ora non sa più a che santo rivolgersi".

Bussano al cancello di via Cagliari senza prendere appuntamento nella speranza di ricevere un pacco di pasta, un po' di riso, una bottiglia d'olio.

"Nella maggior parte dei casi la Caritas usa fondi propri, quelli che arrivano dalla Cei e dalla Regione - spiega Giovanna Lai - ma devo dire che in questo periodo la solidarietà del territorio è davvero grande: un allevatore di Arborea ci ha mandato mezza vitella e mezzo maiale; il questore, Giusy Stellino, ci ha portato il ricavato della Festa della Polizia; i carabinieri tanta carne e verdure e un pittore ha fatto un'asta di quadri per regalarci tutto il ricavato".

Anche i negozi cittadini stanno facendo la loro parte, ma soprattutto tantissimi privati che naturalmente mantengono l'anonimato.

L'unico problema è il personale. "Abbiamo tante volontarie che ormai hanno superato la sessantina - spiega la direttrice - e non possono certo sottoporsi a lavori pesanti, soprattutto in questo momento. Fortunatamente ci sono tre giovani angeli, veloci ed efficienti che si occupano di organizzare il lavoro e di fare le consegne a domicilio agli anziani e alle tante mamme sole con bambini piccoli che non possono uscire".

Ma l'assistenza materiale non basta. Tanti anziani soli stanno attraversando difficili momenti di depressione: "Ci chiamano in continuazione e le volontarie passano ore e ore ad ascoltare i loro problemi e a dar loro conforto". In questo periodo l'unica finestra sul mondo è rappresentata da internet, ma non tutti hanno la tecnologia necessaria.

"Abbiamo ricevuto dei computer da alcuni professionisti di Oristano e li abbiamo subito distribuiti - continua Giovanna Lai - e nei prossimi giorni daremo contributi anche alle famiglie che hanno bisogno di acquistare connessioni". Inoltre la Caritas ha girato un discreto fondo a tutte le parrocchie del circondario: "Vogliamo essere sicuri di portare conforto anche dove materialmente non riusciamo ad arrivare e da chi non riesce a venire da noi - conclude -. È un momento terribilmente pesante e difficile, ma passerà".
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